
Storia e territorio
La missione dei Missionari Clarettiani a Trieste è caratterizzata, fin dall’inizio della loro presenza in città nel 1912, dalla predicazione della Parola anche in territori lontani dalla città.
Nel 1928 la cappella di via Ritmayer, dove i Clarettiani esercitavano il loro ministero, viene elevata a parrocchia nel 1933. Sempre in quel periodo i Missionari Clarettiani sono presenti anche in tre altre cappellanie, quella del Carcere, quella di Opicina ed in una particolare per i fedeli di lingua tedesca. Alcuni missionari insegnano religione nelle scuole pubbliche.
Dopo il Concilio Vaticano II la parrocchia si apre alla collaborazione dei laici che sono chiamati a partecipare alle decisioni attraverso la “Consulta Parrocchiale” che si riunisce periodicamente ed il “Congresso Parrocchiale” nel quale sono rappresentate tutte le organizzazioni operanti in parrocchia. In anni più recenti sono attivati i due principali organismi di partecipazione: il Consiglio Pastorale Parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici.
Il territorio della parrocchia è da sempre tipo urbano. Oggi è sempre più una parrocchia “di transito”, non solo per l’ubicazione, ma anche perché al suo interno sono ubicate la Stazione ferroviaria e la comunità di San Martino al Campo, dunque con una significativa presenza di senza dimora. Gli abitanti sono prevalentemente anziani ed è scarsa la presenza di bambini e giovani.
Secondo i dati della rilevazione più recente i residenti nel territorio parrocchiale sono circa 6500, dei quali l’82,3% circa cattolici, il 5,7% cristiani di altre confessioni, l’1,5% musulmani ed il rimanente di altre religioni o non appartenenti a gruppi religiosi.